Giurista tedesco di origine
francese. Professore nelle università di Marburgo nel 1803 e di Landshut
nel 1808, ottenne nel 1810 la cattedra di Diritto romano all'università
di Berlino. Nel 1814, in risposta a un opuscolo di A. Thibaut sulla
necessità di unificare la legislazione germanica, scrisse
Sulla
vocazione del nostro tempo per la legislazione e la scienza giuridica, che
costituisce il manifesto della cosiddetta scuola storica. In quest'opera,
S. sostiene che il diritto non può essere frutto dell'arbitrio
legislativo, dal momento che esso si sviluppa insieme al popolo che lo produce e
del quale segue le sorti; nell'ordinamento giuridico di un popolo, pertanto,
è la consuetudine a risultare fondamentale, mentre la legge serve
solamente a colmare le lacune e a risolvere i dubbi. Nel 1815, pubblicò
il primo dei sei volumi della monumentale
Storia del diritto romano nel
Medioevo (1815-31) e fondò la “Rivista di scienza storica del
diritto” che, dopo la sua morte, continuò nella celebre
“Rivista della fondazione Savigny per la storia del diritto”.
Ministro prussiano della riforma legislativa dal 1842, rinunciò alla
carica nel 1848, deluso per non aver potuto dare attuazione ai suoi piani; da
allora si dedicò completamente all'attività scientifica portando a
conclusione
Sistema del diritto romano attuale (1840-49) e scrivendo
Il diritto delle obbligazioni come parte del diritto romano attuale
(1851-53) (Francoforte sul Meno 1779 - Berlino 1861).